Tollerare equivale ad approvare.
Il biasimo
Il biasimo ovvero la sgridata o rimprovero opposto a lode, elogio plauso o complimento.
Nella mia esperienza ho sentito usare anche termini volgari come “cazziare” o “cazziatone” o “cazziata”. Personalmente disapprovo l’uso di tali termini in ambito lavorativo, vanno bene, al massimo, al bar.
In termini colloquiali credo che “shampoo” possa rendere bene il concetto di lavata di capo senza tuttavia scadere in espressioni volgari.
Perchè gestire il biasimo.
Un comportamento scorretto deve essere immediatamente bloccato. Se la persona che tiene un comportamento sconveniente non riceve immediatamente un segnale negativo questa persona tenderà ad associare il silenzio una sorta di approvazione del comportamento tenuto.
La gestione del biasimo è inevitabile e richiede azioni tempestive, nello stesso tempo però una gestione del biasimo scorretta può avere conseguenze molto negative sui rapporti tra capo e collaboratore.
Come gestire il biasimo
Agire immediatamente per bloccare immediatamente i comportamenti negativi;
1) Accertarsi dei fatti, mai biasimare per sentito dire;
2) Focalizzarsi sui fatti e sull’individuazione dell’errore, non sulle persone;
3) Comunicare con precisione che cosa è stato fatto di sbagliato;
4) Comunicare quanto quella particolare azione vi abbia deluso
Tecniche di gestione del biasimo
1) Agire immediatamente; Bloccare immediatamente i comportamenti negativi;
Da studi comportamentali sull’educazione risulta determinante il lasso di tempo che intercorre tra il comportamento negativo e il richiamo.
Più tempo passa tra questi due eventi meno il richiamo risulta efficace. Questo è dovuto al fatto che l’associazione tra il richiamo e il comportamento avviene solo se i due eventi sono ravvicinati tra loro nel tempo.
Da questa constatazione si evince anche come la valutazione annuale delle persone (appraisal) porti con sé due aspetti non proprio positivi: si tende a valutare più le persone che i propri comportamenti; la persona valutata tende ad associare la valutazione a sè stessa anzichè ad alcuni specifici comportamenti.
2) Accertarsi dei fatti, mai biasimare per sentito dire;
3) Focalizzarsi sui fatti e sull’individuazione dell’errore, non sulle persone;
4) Comunicare esattamente che cosa è stato fatto di sbagliato;
5) Comunicare i sentimenti che ha generato in voi quel particolare comportamento: rabbia, delusione, fastidio;
6) Fare una pausa di silenzio. Il silenzio da una parte rende l’idea di quanto siate delusi e dall’altra permette alla persona che vista di fronte di interiorizzare il vostro sentimento.
Dopo l’appunto.
1) La persona biasimata deve essere incoraggiata. Una “pacca sulle spalle” o una stretta di mano, se sincere, aiutano a comunicare che siete dalla stessa parte.
2) Ricordate alla persona quanto la stimate, riaffermate che l’unica cosa che biasimate è un comportamento specifico: la persona è OK, ma uno specifico comportamento NO.
3) La lavata di capo deve portare il collaboratore a fare meglio; fornite i supporti necessari a svolgere correttamente il lavoro:
- istruzioni
- linee guida
- spiegazioni
- chiarimenti
La persona biasimata deve sentire inoltre che voi, come superiore, siete sinceramente impegnato nel suo sviluppo professionale.
Errori da evitare:
1) parlare con i collaboratori solo quando commettono un errore;
2) aspettarsi che le cose vengano fatte esattamente a modo proprio. È meglio lasciare agli altri la possibilità di esprimersi a modo loro. Un eccesso di pignoleria non è un fatto positivo
3) Umiliare una persona riprendendola di fronte agli altri;