Nel 2023 sentiremo molto parlare di headless, composable e jamstack. Mentre jamstack è un termine piuttosto tecnico, composable e headless sono due termini che sono entrati nel linguaggio quotidiano per chi lavora nell’e-commerce.
Massimo Pegoraro experience design studio di Atoms, parte del gruppo Retex.
Headless approccio tecnologico.
Si parte dalla progettazione dell’interfaccia e dell’experience. Fino a qualche hanno fa – dice Massimo – i designer progettavano delle experience che poi gli sviluppatori si trovavano in difficoltà nel realizzare. Perchè gli sviluppatori dovevano implementare con dei “monoliti”. I monoliti erano delle piattaforme che gestivano sia la parte di logica, quindi funzionalità e database, sia la parte di interfaccia. Ad esempio Magento, Salesforce, Shopify.
L’approccio headless consiste nel separare il front-end dal back-end per permetter di customizzare la user experience senza i vincoli della piattaforma e-commerce
Massimo Pegoraro, Atoms.
In queste soluzioni monolitiche si fa tutto all’interno della piattaforma, il che ha un grosso limite. Cioè che essendo le funzionalità legate all’interfaccia, ci sono molti limiti alla customizzazione. Noi in Atoms volevamo che il team di design potesse progettare senza avere limiti dati dalla piattaforma, ma pensando a quale è la migliore experience per l’utente. In Atoms quindi si è scelto di adottare l’approccio headless, che dal punto di vista tecnico significa separare il front-end dal back-end.
Nell’headless la piattaforma non gestisce più sia le funzionalità che l’interfaccia, ma la piattaforma gestisce solo le funzionalità, espone delle API e le interfacce si integrano con queste API in maniera trasparente per l’utente.
Massimo Pegoraro
L’utente che utilizza ha un’esperienza fluida e performante che utilizza diverse piattaforme.
Il software as a service ha il vantaggio di mantenere un livello di performance superiore ad una soluzione ‘on premise’.
Il motivo per cui abbiamo fatto questa scelta è stato per soddisfare le richieste dei clienti che chiedevano di progettare delle experience particolari che non potevano essere realizzate con le piattaforme monolitiche.
L’approccio Jamstack in particolare è una soluzione serverless che evita di incappare in tutte le attività di manutenzione che necessità un server. Pensiamo ad esempio al black friday in cui all’aumentare delle visite sul sito è necessario incrementare la capacità del server per soddisfare il crescente numero di richieste di accesso al sito.
Quando un brand è globale e con un approccio basato su un server, possiamo avere esperienze di navigazione più o meno lente a seconda della distanza dal server. Ad esempio se un utente si trova in Giappone e il nostro server è negli Stati Uniti la navigazione per l’utente in Giappone potrebbe risultare più lenta che per un utente posizionato negli Stati Uniti, dove si trova il server. L’approccio Jamstack garantisce una scalabilità geografica, con un livello di performance omogeneo.
Un altro requisito a cui possiamo rispondere efficacemente con l’approccio headless è l’abilitazione delle funzionalità omnicanale come ship from store, collect in store ed via dicendo.
Lo sviluppo
Lo sviluppo dell’applicazione web funziona in modo simile allo sviluppo dell’app per l’iPhone, ovvero si sviluppa il front end, quindi la parte di user experience, e poi si integra con le api di backend. Quindi si utilizzano delle api di moc o statiche finchè le api di produzione non sono pronte per l’integrazione. In questo modo si può parallelizzare le attività di sviluppo front-end con quelle di sviluppo back-end.
Perchè composable?
Il composable prevede un approccio best of breed che si base sulla scelta di vari software che svolgono funzioni specifiche e che garantiscono performance elevate nel loro specifico settore. Ad esempio:
- Piattaforma e-commerce Headless es. Commerce Layer
- Motore di ricerca es. Algolia
- Framework di front-end
- CDN Content Delivery Network
- CMS Headless es. ContentFul